giovedì 21 marzo 2013

LA MORTE DI PIETRO MENNEA (21/03/2013)

Di Giampaolo Carboni.
È morto stamattina in una clinica a Roma Pietro Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e per anni primatista mondiale dei duecento metri. Era nato a Barletta il 28 giugno 1952. Da tempo lottava con un male incurabile. Appresa la notizia, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è rientrato da Milano, dove si trovava per impegni di lavoro. Il numero uno dello sport italiano ha disposto l'allestimento della camera ardente per oggi pomeriggio, nella sede del Coni, a Roma.Il mare di Formia deve essersi intristito di brutto stamattina. Pietro Mennea è morto a sessant'anni e pochi mesi  era nato a Barletta il 28 giugno del 1952
Nasce in una modesta famiglia di Barletta. Il padre è sarto e la mamma casalinga. Dopo le medie si iscrive a ragioneria. A quindici anni, su uno stradone di Barletta, sfidava in velocità una Porsche color aragosta e un'Alfa Romeo 1750 rossa: a piedi, sui cinquanta metri, batteva l'una e l'altra e guadagnava le cinquecento lire per pagarsi un cinema o un panino. Prosegue gli studi all'I.S.E.F.Sposa Manuela Olivieri, avvocatessa. Si laurea a Bari una prima volta in scienze politiche, su consiglio di Aldo Moro, allora ministro degli Esteri.
Mennea iniziò la sua lunga carriera atletica internazionale nel 1971, quando debuttò ai Campionati europei con un terzo posto nella staffetta quattro per cento metri e un sesto nei duecento metri. Fece il suo debutto olimpico a Monaco di Baviera, ai Giochi olimpici estivi del 1972, dove raggiunse la finale dei duecento metri, la specialità nella quale era più forte.Tagliò il traguardo al terzo posto, dietro al sovietico Valerij Borzov e all'americano Larry Black. A questa sarebbero seguite altre tre finali olimpiche nella stessa specialità.Ai Campionati europei del 1974, Mennea vinse l'oro nei duecento metri davanti al pubblico di casa di Roma, e si piazzò secondo nei cento metri (dietro a Borzov, suo rivale storico) e nella staffetta veloce. Dopo alcune prestazioni deludenti, nel 1976 Mennea decise di saltare i Giochi olimpici, ma il pubblico italiano protestò e Mennea andò a Montréal. 

Riuscì a qualificarsi per la finale dei duecento metri, ma vide l'oro finire nelle mani del giamaicano Don Quarrie, mentre lui finì ai piedi del podio, quarto. Lo stesso risultato, mancando di poco il bronzo, venne raggiunto nella staffetta quattro per cento metri. Nel 1978, a Praga, difese con successo il suo titolo europeo dei duecento metri, ma mostrò le sue doti anche sulla distanza più breve, vinta anch'essa. In quell'anno si aggiudicò anche l'oro nei quattrocento metri piani agli europei al coperto.Nel 1979, Mennea, studente di scienze politiche, prese parte alle Universiadi, che si disputavano sulla pista di Città del Messico. Il tempo con cui vinse i duecento metri piani, 19"72, era il nuovo record del mondo: esso resistette per ben diciassette anni, ma va tenuto conto del fatto che fu ottenuto correndo a oltre duemila metri di quota come del resto il precedente primato, stabilito da Tommie Smith sempre a Città del Messico (si noti comunque che Mennea detenne anche il record del mondo a livello del mare dal 1980 al 1983, con 19"96, tempo stabilito nella sua città natale, Barletta). 


Il record venne battuto da Michael Johnson ai trials statunitensi per le Olimpiadi del 1996.In quanto detentore del primato mondiale, Mennea era senz'altro uno dei favoriti per l'oro olimpico a Mosca anche a causa del boicottaggio statunitense delle Olimpiadi del 1980. Nella finale dei duecento metri, Mennea affrontò il campione uscente Don Quarrie ed il campione dei cento metri Allan Wells. Wells sembrò dirigersi verso una vittoria netta ma Mennea gli si avvicinò sul rettilineo e lo sopravanzò negli ultimi metri, aggiudicandosi l'oro per due centesimi di secondo (VEDI FOTO). 

Vinse anche il bronzo con la staffetta staffetta quattro per quattrocento metri. Mennea, soprannominato la Freccia del Sud, nel 1981 annunciò il suo ritiro concedendosi più tempo per lo studio. Successivamente ritornò sui suoi passi e l'anno dopo prese parte agli europei gareggiando però solo nella 4x100 che arrivò quarta.Il 22 marzo 1983 stabilì il primato mondiale (manuale) dei centocinquanta metri piani, con 14"8 sulla pista dello stadio di Cassino: questo primato è ancora imbattuto, perché il tempo di 14"35 stabilito il 17 maggio 2009 da Usain Bolt a Manchester non è stato omologato dalla Federazione in quanto stabilito su pista rettilinea.Successivamente partecipò alla prima edizione dei mondiali che si svolse ad Helsinki dove vinse la medaglia di bronzo nei duecento metri e quella d'argento con la staffetta quattro per cento. Un anno dopo, scese in pista nella sua quarta finale olimpica consecutiva dei duecento metri, primo atleta al mondo a compiere tale impresa. In quest'occasione, anche se campione uscente, terminò al settimo posto e, a fine stagione, si ritirò dalle competizioni per la seconda volta.Ancora una volta, Mennea fece il suo ritorno e gareggiò nelle sue quinte Olimpiadi a Seul nel 1988, sempre nei duecento metri, dove si ritirò dopo aver superato il primo turno delle batterie. In quest'edizione dei Giochi fu alfiere portabandiera della squadra azzurra durante la cerimonia d'apertura.Dal punto di vista tecnico Mennea (come in seguito Carl Lewis) aveva una partenza dai blocchi relativamente lenta ma progressivamente accelerava riuscendo a raggiungere velocità di punta superiori a qualunque atleta. Questa partenza lenta ha relativamente penalizzato le sue prestazioni sui cento metri (dove comunque ha primeggiato a livello europeo), mentre le gare sui duecento metri si concludevano spesso con rimonte ai limiti del prodigioso (come la finale delle olimpiadi di Mosca). Sempre grazie alla sua eccezionale velocità di punta le ultime frazioni e le relative rimonte di Mennea nella quattro per cento (nelle quali partiva lanciato) erano impressionanti per la superiorità sugli altri atleti. È stato, per alcuni mesi, direttore generale della Salernitana nell'annata 1998-1999 (la squadra granata retrocesse all'ultima giornata dopo la partita della trentaquattresima tornata a Piacenza dove avrebbe dovuto vincere ed invece l'incontro terminò uno ad uno).

Poi conseguì anche le lauree in giurisprudenza, scienze dell'educazione motoria e lettere.Pietro Mennea esercitava la professione di avvocato ed è stato autore di venti libri.Nel 2000 il nome di Mennea tornò agli onori delle cronache quando l'Università degli Studi dell'Aquila, presso cui aveva partecipato a un concorso per la cattedra di Sistematica, regolamentazione e organizzazione dell'attività agonistica presso la facoltà di Scienze motorie, gli propose l'assunzione, essendosi classificato primo in graduatoria, ma, giudicando la posizione di professore a contratto (istituto di diritto privato) incompatibile con la carica di membro del Parlamento europeo (carica di natura pubblica), gli chiese le dimissioni da quest'ultimo. La vicenda provocò polemiche e interrogazioni parlamentari. Tuttavia il Governo Amato II,rappresentato dall'allora Sottosegretario di Stato per l'Università e la Ricerca Scientifica e Tecnologica on. Luciano Guerzoni, diede ragione all'Università.Mennea è stato docente a contratto di Legislazione europea delle attività motorie e sportive presso la Facoltà di Scienze dell'Educazione Motoria dell'Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara. Nel 2006 diede vita insieme alla moglie alla "Fondazione Pietro Mennea", onlus di carattere filantropico, che effettua donazioni e assistenza sociale a enti caritatevoli o di ricerca medico-scientifica, associazioni culturali e sportive, attraverso progetti specifici. Lo scopo secondario è di carattere culturale e consiste nel diffondere lo sport e i suoi valori, nonché promuovere la lotta al doping.Oltre alla carriera sportiva, ha operato come curatore fallimentare e insegnante di educazione fisica, eurodeputato (a Bruxelles dal 1999 al 2004) e commercialista. Nel 2010, insieme alla consorte (entrambi legali con studio a Roma, ubicato vicino al tribunale civile), si occupò di class action negli Stati Uniti per difendere alcuni risparmiatori italiani finiti nel crac della Lehman Brothers.Nel marzo del 2012 la città di Londra, nell'ambito delle iniziative connesse ai Giochi olimpici di Londra 2012, dedicò all'ex atleta barlettano, una stazione della metropolitana cittadina (High Street Kensington).
Di certo c’è lo smarrimento di tutto lo sport italiano, soprattutto delle persone di mezze età, quelle abituate al “Mennea, Mennea” pronunciato tante volte dal telecronista Paolo Rosi, quelle che da ragazzini prendendo l’autobus al volo si sentivano dire dal conducente “e chi sei, Mennea!”. Da oggi quegli italiani lì si sentono più vecchi, più soli, più tristi.


TUTTI I SUOI RECORD NAZIONALI


SENIORES


100 metri piani: 10"01 (Città del Messico, 4 settembre 1979).


200 metri piani: 19"72 (Città del Messico, 12 settembre 1979).


Staffetta 4×200 metri: 1'21"10 (Cagliari, 29 settembre 1983) (Stefano Tilli, Carlo Simionato, Giovanni Bongiorni, Pietro Mennea).


CAMPIONATI NAZIONALI


3 volte campione nazionale nei 100 metri piani (1974, 1978, 1980).


11 volte campione nazionale nei 200 metri piani (1971, 1972, 1973, 1974, 1976, 1977, 1978, 1979, 1980, 1983, 1984).


1 volta campione nazionale nella staffetta 4×100 metri (1974).


ONORIFICENZE


Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana Roma, 27 settembre 1979. Di iniziativa dell'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini.


Grande Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana Roma, 11 settembre 1980. Di iniziativa dell'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini.



PALMARES

AnnoManifestazioneSedeEventoRisultatoPrestazioneNote
1971Europei Helsinki200 metri20"9
4×100 metri Bronzo39"80
Giochi del
Mediterraneo
 Smirne200 metri Oro20"7
1972Giochi olimpici Monaco di Baviera200 metri Bronzo20"30
4×100 metri39"14
1973Universiadi Mosca100 metri Bronzo10"48
200 metri Oro20"56
4×100 metri Bronzo39"55
1974Europei Roma100 metri Argento10"34
200 metri Oro20"60
4×100 metri Argento38"88
1975Giochi del
Mediterraneo
 Algeri100 metri Oro10"43
200 metri Oro20"52
Universiadi Roma100 metri Oro10"28
200 metri Oro20"28
1976Giochi olimpici Montréal200 metri20"54
4×100 metri39"08
1978Europei indoor Milano400 metri Oro46"51
Europei Praga100 metri Oro10"27
200 metri Oro20"16
1979Universiadi Città del Messico200 metri Oro19"72RM
4×100 metri Oro38"42RE
Giochi del
Mediterraneo
 Spalato100 metri Oro10"24
1980Giochi olimpici Mosca100 metriSemifinale10"58
200 metri Oro20"19
4×400 metri Bronzo3'04"54
1982Europei Atene4×100 metri38"96
1983Mondiali Helsinki200 metri Bronzo20"51
4×100 metri Argento38"37RN
Giochi del
Mediterraneo
 Casablanca200 metri Oro20"30
1984Giochi olimpici Los Angeles200 metri20"55
4×100 metri38"87
4×400 metri3'01"44
1988Giochi olimpici Seul200 metriBatteria21"10

RE=Record Europeo
RM=Record Mondiale
RN=Record Nazionale


RICONOSCIMENTI


Medaglia d'oro al valore atletico (1972 e 1980).


Sportivo mondiale dell'anno de La Gazzetta dello Sport (1980).




LE REAZIONI NEL MONDO DELLO SPORT


Il Presidente del Coni Giovanni Malagò ha rinviato tutti gli impegni istituzionali ed è rientrato a Roma.Ecco il suo ricordo "Penso che sia una perdita incolmabile, dobbiamo fare di tutto da oggi in poi per ricordare un grande uomo ed un atleta speciale. Un uomo con un fisico apparentemente normale, non da super uomo, è riuscito in imprese che hanno fatto la storia dello sport. Aldilà del mio ruolo sono molto triste, la situazione negli ultimi giorni la conoscevo, anche se c'è stata una riservatezza assoluta come era nello stile della persona. La mia generazione, così come quella prima e quella dopo è cresciuta, a prescindere dal mito calcistico e di atleti di grandi sport di squadra, con il mito di Pietro Mennea. Mi dicono che solo due volte nella storia del Coni è stata fatta qui la camera ardente, non so se sono poche o tante, so che è sacrosanto per Pietro Mennea".La nazionale italiana ha giocato quest' oggi l'amichevole con il Brasile in Svizzera indossando il lutto al braccio. Inoltre in tutte le manifestazioni sportive da oggi sino a tutto il weekend ci sarà un minuto di silenzio in memoria di Pietro Mennea. Anche il calcio piange il campione dello sport qual'era Mennea, in particolare l'Inter dei cui colori era tifoso. "Le strade di Pietro Mennea e dell'Inter si erano incontrate per l'ultima volta in quel maggio del 2010, allo stadio Flaminio di Roma - si legge in un comunicato pubblicato sul sito web del club nerazzurro - e raccontavano di una storia di sport vero, di successi, di campioni. Di Mennea, oro olimpico a Mosca nel 1980 e detentore del primato mondiale dei duecento metri piani dal 1979 al 1996, e di quella squadra che da li a poco sarebbe tornata assoluta protagonista del calcio e della quale lui era un grande tifoso. Il presidente Massimo Moratti e tutta l'Inter si stringono intorno alla famiglia di Pietro Mennea nel ricordo un'icona dello sport italiano, di un campione che rimarrà tale per sempre".Anche la Roma ha espresso il proprio cordoglio, attraverso il proprio profilo Twitter: "Oggi è venuto a mancare un pilastro dell'atletica italiana e mondiale, Pietro Mennea: l'As Roma si unisce al cordoglio per la sua scomparsa".Sul proprio sito web ha ricordato Mennea anche la Juventus... "Lo sport italiano è in lutto - si legge nella nota del club bianconero - per la scomparsa di uno dei suoi atleti più grandi, la “Freccia del sud”, Pietro Mennea. L'ex velocista azzurro, olimpionico e primatista mondiale dei duecento metri dal 1979 al 1996, si è spento questa mattina a Roma all'età di sessant'anni. La Juventus piange la sua scomparsa e si unisce al cordoglio di tutto il paese".Grande commozione anche in casa Torino, che ha emesso la seguente nota sul proprio sito web: "Bandiere a mezz'asta alla Sisport, Società tra le cui fila ha militato per diverso tempo il compianto Pietro Mennea. Il Presidente Cairo, insieme ai dirigenti, i dipendenti, i tecnici, gli allenatori, i calciatori e tutto il settore giovanile del Torino Football Club, esprime il suo cordoglio per la scomparsa di Mennea, grande campione dello sport italiano e mondiale, vincitore della medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Mosca 1980 sui duecento metri".E dall'Australia, attraverso Twitter, arriva anche il cordoglio di Alessandro Del Piero: "Quante volte da piccoli abbiamo detto: 'Corro veloce come Mennea?'. Addio a un grande campione. Ale"."È indimenticabile quel duecento a Mosca in ottava corsia, rimane nella leggenda dello sport". Così Stefano Baldini, vincitore della maratona alle Olimpiadi di Atene: "La sua figura era di riferimento nel momento in cui l'atletica era davvero lo sport di riferimento a livello nazionale. Per me è stato motivo di ispirazione, le prime gare che ho visto sono state quelle con Mennea e Simeoni. Mennea lavorava tanto, viveva a Formia, forse è il primo esempio di atleta che ha fatto lo sport da professionista nel modo giusto, costruendo i suoi risultati giorni dopo giorno con tanto allenamento". "Sgomento e profonda tristezza, è questo ciò che ho provato apprendendo la notizia della scomparsa di Pietro Mennea". È quanto afferma in un messaggio di cordoglio Josefa Idem, senatrice del Partito democratico e campionessa olimpionica. "Mi stringo alla famiglia a cui rivolgo il mio pensiero rammentando che la grandezza dell'atleta, pari alle sue qualità umane, lasceranno indelebile in tutti noi il suo ricordo".

"Aveva un carattere particolare, quello tipico di una persona abituata a lottare in prima linea, a confrontarsi in uno sport individuale. Me lo ricordo come un grande e serio professionista negli allenamenti, maniacale nel suo organizzarsi la giornata nei minimi particolari, molto mticoloso e integerrimo, anche troppo, con se stesso". Lo dice Giuseppe Abbagnale, uno dei "fratelloni" d'Italia che con l'altro, Carmine, ha scritto pagine bellissime nelle storia del canottaggio italiano, ricordando Pietro Mennea: "Con lui ho condiviso due Olimpiadi, l'ultima è quella dove ha fatto anche da portabandiera per l'Italia. Che dire? È stato un grande. Dal punto di vista atletico c'è poco da fare: nessuno nel suo ambito, è stato come lui. Ancora non si trovano fra i giovani, velocisti di quel calibro".Un simbolo italiano nel mondo, e non solo dello sport, ma della volontà, del riscatto che nasce dal "Sud che tutti noi italiani abbiamo dentro". Così Cesare Prandelli: "Il mio ricordo di Mennea, che non ho mai avuto il piacere di conoscere è il terzo posto alle Olimpiadi del 1972 Tutto nacque da lì, un bianco, italiano, del Sud, che sfidava i neri della velocità, o i grandi dell'est come Borzov. Aveva una determinazione e una volontà fortissime, il dna italiano. Di tutti noi che ci portiamo dentro il nostro sud"."Quando ero bambino - ha scritto il capitano della Roma sul proprio sito - e poi anche da ragazzo tra noi amici a quello che correva più forte si chiedeva sempre: 'Ma chi sei, Mennea?' perché a quei tempi per noi Mennea rappresentava il mito della velocità. Mando un abbraccio a tutta la sua famiglia, in questo giorno di dolore mi stringo a loro. Lui è stato il nostro orgoglio, ha affrontato i più grandi corridori e li ha battuti. Ciao Pietro, ciao campione".Via Twitter, arriva l'omaggio di Gigi Buffon: "Oggi Pietro Mennea ci ha lasciato. Un uomo che ha portato il tricolore a sventolar alto in tutto il mondo. Indimenticabile per tutti noi sarà quel 19.72 di Città del Messico. Alla sua famiglia vanno le miei più sentite condoglianze". "Ha dimostrato che il muscolo numero uno si chiama cervello e che quando quello funziona si arriva anche dove neppure gli scienziati sanno spiegare". Così 'ex nuotatrice Novella Calligaris, protagonista in vasca alle Olimpiadi del 1972 ed oggi giornalista di Rai News 24: "È stato un atleta straordinario, complesso, per certi versi spigoloso, ma estremamente generoso. È stato un uomo a 360 gradi".
Con Pietro Mennea "viene a mancare uno dei più grandi riferimenti nella storia dell'atletica, un atleta e un uomo che ha saputo dare una svolta al nostro mondo". Lo afferma Maurizio Damilano, compagno di stanza di Mennea alle Olimpiadi di Mosca del 1980, dove entrambi vinsero la medaglia d'oro, oltre che compagno di club dell'ex primatista mondiale dei duecento metri alla Fiat Iveco a cavallo degli anni settanta ed ottanta: "Sono sconvolto. Con Pietro ci siamo sentiti poco prima delle feste di Natale, non sapevo che fosse malato e non ha lasciato trapelare nulla della sua salute nella nostra conversazione. Abbiamo condiviso tanti momenti sportivi e non, abbiamo mantenuto un ottimo rapporto anche dopo la fine della carriera sportiva e ci frequentavamo"."Si tratta di uno dei più grandi atleti della storia dello sport italiano e mondiale". Mario Pescante, membro del Cio ed ex presidente del Coni, ricorda così, all'Adnkronos, Pietro Mennea: "Sono legato a Pietro Mennea dal ricordo di Mosca dove venne con il piccolo lottatore Maenza a smaltire una forma di ansia che lo aveva preso. L'ho avuto addirittura come collaboratore di segreteria, poi ha fatto quello che ha fatto. Credo che quella vittoria rappresenti la sintesi della personalità dell'uomo prima che dell'atleta: difficoltà interiori superate combattendo con se stesso e poi esplodendo sul campo. Credo che sia uno degli ultimi 'visi pallidi' che si sono visti affermare nelle gare di velocità e poi da lì è cambiata la storia del velocismo. Sono rimasto traumatizzato, sia per l'etá, sia perchè era un atleta in tutti i sensi"."Se n'è andato uno dei primi atleti in assoluto nella storia dello sport italiano. Ha rappresentato una svolta epocale ed ha insegnato al mondo dello sport che con l'impegno e la determinazione quasi maniacale si poteva arrivare anche ai vertici del mondo". È il ricordo di Raffaele Pagnozzi, ex segretario generale del Coni: "Non l'ho seguito nelle gare che l'hanno reso famoso, ma ho avuto contatti con lui fin dal 1974 in occasione degli Europei a Roma e poi ai Giochi del Mediterraneo del 1975 e devo dire che di lui ho un ricordo molto particolare, legato al suo carattere, al suo modo di esprimersi, al suo essere sempre spontaneo. Non aveva la caratteristica di argomentare in maniera complessa e complicata quello che aveva intenzione di dire, lo diceva in maniera chiara. Ricordo qualche discussione tra lui e Vittori, denotava la sua spontaneità, non si curava dell'eventualità di andare in polemica. Sembrava un giovane non giovane. Dava l'impressione di essere un giovane già nato adulto. Mi ha colpito sapere che è morto perchè avendolo visto nel salone d'onore due mesi fa mi sembrava stesse bene e ci eravamo ripromessi di rivederci successivamente. Non ero al corrente della sua malattia"."L'atletica italiana, nel pieno di una profonda commozione, esprime pubblicamente il proprio cordoglio, per la morte di uno degli uomini che più hanno saputo onorarla, raggiungendo successi sportivi, vette di popolarità ed ammirazione in tutto il mondo, come pochi altri nella storia dello sport italiano". Così la Fidal, in una nota, esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Pietro Mennea: "La terribile notizia è stata diffusa dai familiari questa mattina, ed è giunta alla Federazione attraverso il presidente, Alfio Giomi, a sua volta informato dai vertici del Coni", recita la nota della Federazione, che ripercorre la carriera di Mennea ma "sintetizzare in poche righe cosa abbia significato per lo sport italiano la favola della 'Freccia del sud' è impossibile. In questo momento, prevale il dolore, la commozione. L'atletica piange uno dei suoi figli prediletti".
La federatletica internazionale (Iaaf) si unisce al cordoglio con un comunicato: "È con grande tristezza che la Iaaf ha ricevuto oggi la notizia che la leggenda Pietro Mennea, il velocista italiano, è morto questa mattina in un ospedale di Roma dopo una lunga battaglia con la malattia. La Iaaf piange la sua perdita e porge le condoglianze più profonde e sincere alla sua famiglia e agli amici".


L'OMAGGIO DELLE FERROVIE DELLO STATO


La dedica, il ricordo più bello per Pietro Mennea arriva nel pomeriggio della sua morte: le Ferrovie dello Stato hanno deciso di intitolare a lui il primo Frecciarossa 1000 che uscirà dalla fabbrica Ansaldo Breda martedì prossimo e sarà in grado di raggiungere i quattrocento chilometri orari. L'annuncio è dell'amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti: "Per commemorare una freccia del Sud che ha dato lustro all'Italia". Formidabile idea: Mennea sarà per sempre un modo per dire "velocissimo".


LA CAMERA ARDENTE


Il primo ad arrivare è stata quella del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, un cuscino sormontato da una corona di rose bianche e rosse che con il verde del gambo hanno formato il tricolore. Sono attesi in molti al Coni per la camera ardente per Pietro Mennea, scomparso a Roma, primatista del mondo dei duecento metri dal 1979 al 1996. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è rientrato precipitosamente da Milano, dove si trovava per impegni di lavoro. Inizialmente prevista per il 21 pomeriggio, per motivi legati a disposizione di legge sarà allestita a partire da domani mattina, alle ore nove. I funerali si terranno sabato 23 marzo alle ore dieci, presso la Basilica di Santa Sabina a Roma. Il comune di Barletta, Anna Maria Manzone, ha disposto il lutto cittadino per quel giorno.

VEDI QUI LA TOMBA DI PIETRO MENNEA


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