venerdì 9 gennaio 2015

FRANCIA SOTTO TIRO:UCCISI I FRATELLI KOUACHI ED ANCHE COULIBALY AUTORE DEL BLITZ ODIERNO (09/01/2015)

Di Giampaolo Carboni.
DAMMARTIN EN GOELE:FRATELLI OSTAGGI IN UN AZIENDA CON OSTAGGI

I due fratelli Kouachi, sospettati per il massacro nella redazione parigina della rivista satirica Charlie Hebdo di due giorni fa, sono in trappola. Dopo la fuga tra i boschi durante la notte, l'inseguimento con la polizia a bordo di un'auto rubata ed una violentissima sparatoria, i due si sono barricati nell'agenzia Creation Tendance Decouverte, una piccola tipografia di Dammartin en Goele, in Rue Clement, ad una quarantina di chilometri a nord-est di Parigi. Con loro hanno preso uno o due ostaggi, tra i quali sicuramente una donna. Si tratta di una piccola azienda, con solo cinque dipendenti. La polizia ha cominciato i negoziati per il loro rilascio. La Francia ha il fiato sospeso,il Presidente Francois Hollande si è recato nella sede del ministero degli Interni per seguire gli avvenimenti. Tutte le strade che portano alla cittadina sono state bloccate,con i Kouachi che non hanno vie di fuga ma la possibilità di uccidere ancora. E' una delle più gigantesche cacce all'uomo degli ultimi tempi. tutti gli abitanti della cittadina è stato ordinato di rimanere in casa, lontano dalle finestre, mentre gli alunni delle scuole sono confinati negli edifici. I due fratelli Kouachi che hanno compiuto la strage a Charlie Hebdo erano nella lista 'nera' britannica delle autorità aeroportuali (no-fly list), in cui sono inseriti gli individui che non possono entrare nel Regno Unito o transitare da uno dei suoi scali. E' quanto riferisce la Bbc. Ieri era emerso che i due erano stati inseriti da anni nella 'no-fly list' degli Stati Uniti.
Gli alunni son stati poi aiutati ad abbandonare l'edificio scortati dalla polizia con un cordone che li ha riportati dai rispettivi genitori che hanno abbandonato la zona ugualmente scortato sino ad un periodo di sospensione. 
Sospensione in quanto alle 16.58 diversi spari ed alcune esplosioni arrivano dalla zona di Dammartin del capannone dove si trovano i fratelli Kouachi:è il blitz che parte. Fumo, raffiche ed esplosioni dalle immagini tv confermano che è partito l'assalto. La conferma arriva anche da Le Monde. Gli spari sono stati accompagnati da forti esplosioni, nell'azienda dove le forze di sicurezza hanno circondato i due sospetti per la strage avvenuta a Charlie Hebdo. Prima degli spari sono stati visti almeno quattro membri delle forze di sicurezza sul tetto dell'edificio. Afp dà per morti i due fratelli Kouachi con il loro ostaggio che sarebbe uscito indenne dall'azione. Il suono di sirene di veicoli delle forze dell'ordine si sentono a Dammartin-En-Goele dove è scattato l'assalto alla tipografia dove si sono asserragliati i due ricercati per la strage alla sede di Charlie Hebdo, con almeno un ostaggio. Le decine di giornalisti presenti ad un chilometro di distanza sono stati invitati a radunarsi lasciando libere le strade, mentre continuano nel silenzio e con molta cautela le evacuazioni in autobus dei bambini dalle scuole. L'uomo prigioniero nell'edificio dove erano i fratelli Kaouchi a Dammartin-en-Goele non era un ostaggio perché i terroristi non si sono mai accorti della sua presenza. Lo rivelano gli inviati sul posto di Bfm-Tv. Era nascosto in uno scatolone ed ha avvertito la polizia con cellulare.

PORTE DE VINCENNES:UOMO SI BARRICA IN SUPERMERCATO KOSHER

Sparatoria attorno alle tredici a Parigi, zona Porte de Vincennes. Lo annunciano fonti giornalistiche. Ci sarebbe un sequestro di persone, davanti a un negozio di alimentari kosher, frequentato da ebrei. L'uomo che ha ucciso ieri a Montrouge una poliziotta francese identificato stamattina, e i fratelli Kouachi farebbero infatti parte della stessa cellula jihadista. Si tratterebbe della famosa cellula di Buttes-Chaumont. Nel supermercato kosher in cui è barricato un uomo armato Amedy Coulibaly, un trentaduenne di origini africane, collegato nel 2010 alla progettata evasione di Smain Ait Ali Belkacem, terrorista algerino condannato all'ergastolo per gli attentati del 1995. Era stato arrestato e condannato nel 2010, per aver fatto parte di un gruppo che aveva elaborato un piano per tentare di far evadere Smait Ali Belkacem, l'autore dell'attentato del 1995 alla stazione Rer di Saint-Michel a Parigi. Nella stessa inchiesta, riferiscono i media francesi, era stato interrogato anche Cherif Kouachi, uno dei due assalitori di Charlie Hebdo, che era però stato scagionato. Coulibaly si è chiuso dentro un negozio di alimentari ebraico, armato con due kalashinkov l'autore della sparatoria di ieri a Montrouge,e con lui ci sono cinque ostaggi:due donne,due uomini ed un bambino. L'uomo autore della sparatoria e del sequestro in un supermercato di Parigi si è fatto riconoscere dalla polizia sul posto come l'assassino della poliziotta di ieri: "sapete chi sono! sapete chi sono!", ha gridato per due volte ai poliziotti. Il perimetro di sicurezza intorno al supermercato kosher di Parigi è stato chiuso così come la stazione di metropolitana più vicina, Porte de Vincennes e la linea di tram che passa poco lontano interrotta. Bloccata anche la vicina uscita della tangenziale intorno alla città parigina.
A decine i poliziotti che si son avvicinati al supermercato kosher con la polizia che ha quindi resa nota l'identità dei due ricercati per la sparatoria di ieri a Montrouge in cui è rimasta uccisa una poliziotta. Si tratta di Hayat Boumeddiene, una donna di ventisei anni ed il già citato Amedy Coulibaly. Almeno due persone sarebbero state uccise nel corso della sparatoria all'interno del negozio di alimentari kosher vicino Port de Vincennes, alla periferia orientale di Parigi, dove 5 persone sono tenute in ostaggio da quello che si ritiene sia il killer di Montrouge. Lo ha riferito 20 Minutes citando una fonte. "Ci sono almeno due morti, forse più ma al momento non so dire", ha riferito la fonte:tale notizia è stata poi smentita dal ministero degli interni francese. E' in corso l'evacuazione della turistica Place du Trocadero, situata nell'elegante XV arrondissement di parigi, a due passi dalla torre Eiffel. Sia Coulibaly che Cherif Kouachi sono fra i principali discepoli dello jihadista Djamel Beghal, condannato per terrorismo, che faceva proseliti per gli estremisti takfir, una setta all'interno della comunità salafita, si legge su Le Monde. Grazie ad intercettazioni telefoniche, i servizi avevano appreso che i due uomini si recavano regolarmente a trovare Beghal, a cui era stato imposto il soggiorno obbligato a Murat, nella regione centro-meridionale di Cantal. Noto anche come Abu Hamza, Beghal ha scontato una condanna a dieci anni per un complotto, poi sventato, che mirava a compiere un attentato contro l'ambasciata americana a Parigi nel 2001. Hayat Boumeddiene, la donna ricercata per Montrouge, è stata la compagna di Coulibaly, scrive ancora le Monde.
Alle 15.20 Coulibaly ha ufficialmente chiesto la liberazione dei fratelli Kouachi,a sintetizzare,se ancora qualcuno avesse dei dubbi,il legame tra i tre. Coulibaly ha anche detto che se tale richiesta venisse disattesa o non attuata avrebbe ucciso gli ostaggi. Anche Hayat Boumeddiene, la donna ricercata per Montrouge, è stata la compagna di Coulibaly, scrive le Monde. C'è anche un bebè di otto mesi, oltre ad almeno cinque adulti, fra gli ostaggi tenuti in un negozio di alimentari kosher a Parigi. Lo ha appreso la televisione israeliana Canale 2. "E' una catastrofe! Mia nipote Sarah è in quell'emporio con il suo bambino Noah di otto mesi" ha detto una loro congiunta, Kali Peretz, parlando di almeno sei ostaggi.
Pochi minuti dopo il blitz a Demmartin En Goele l'azione inizia anche nel negozio kosher con forti detonazioni che sono state udite dove il killer di Montrouge ha preso degli ostaggi.Ambulanze e barellieri si dirigono verso il supermercato kosher di Parigi mentre gli ostaggi fuggivano dallo stesso. Secondo fonti della polizia lo stesso Coulibaly è stato ucciso. Sono almeno sei le esplosioni che sono state udite fuori dal supermercato kosher in cui sono stati presi alcuni ostaggi. Lo hanno riportato i giornalisti di Sky News presenti sul posto, aggiungendo che le autorità hanno bloccato il segnale dei telefoni cellulari nell'area. 
"Fonti di polizia hanno detto che il sequestratore della Porte De Vincennes, alla periferia est di Parigi, è stato "neutralizzato". Poco fa vari media francesi avevano annunciato la morte dell'uomo, che teneva cinque persone in ostaggio in un negozio kosher. Vari ostaggi sono stati liberati. Nell'alimentari kosher a Porte de Vincennes a Parigi ci sarebbero stati più ostaggi di quanti si credeva, nascosti nel negozio, la cui presenza era sconosciuta allo stesso sequestratore Amedy Coulibaly. Lo riferisce 20 Minutes, precisando che questi ostaggi erano in contatto con la polizia.Un agente del Gign, l'unità antiterrorismo della polizia francese, sarebbe stato gravemente ferito nel blitz per liberare gli ostaggi del supermercato kosher della Port de Vincennes. Lo afferma France Info.
Ancora dubbio il bilancio dell'assalto al negozio di Porte de Vincennes: pare che sono almeno cinque i morti nel negozio dove si era asserragliato con alcuni ostaggi Amedy Coulibaly, sospettato di essere assieme ai fratelli Kouachi autore della strage a Charlie Hebdo. Coulibaly è stato ucciso dalle forze speciali francesi durante un blitz, secondo quanto indicano fonti della polizia. Tre ostaggi sarebbero stati uccisi prima del blitz delle forze speciali francesi nel supermercato kosher dove Amedy Coulibaly si era asserragliato. Lo riportano i media francesi. Ci sarebbero inoltre quattro feriti gravissimi. Secondo la tv 'France24', proprio l'uccisione degli ostaggi avrebbe fatto scattare il blitz delle 'teste di cuoio' francesi.
"Confuse le informazioni in merito alla presenza della donna complice nel negozio di Parigi: Hayat Boumeddiene, la donna sospettata inizialmente di essere coinvolta nel sequestro di Porte de Vincennes non era nel supermercato. Lo scrive la Cnn, citando come fonti i media francesi. La Cnn aggiunge che c'era un secondo uomo armato nel sequestro, e che si pensa che sia lui ad essere fuggito. "Voglio esprimere la riconoscenza di tutti i francesi e di tutta la nazione, che stasera è sollevata". Lo ha detto il ministro dell'Interno francese Barnerad Cazeneuve. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-Moon s'è dichiarato oggi "sollevato" all'annuncio della morte dei due presunti terroristi che hanno compiuto la strage del giornale satirico francese Charlie Hebdo e ha espresso solidarietà alla Francia. La rete televisiva Bfm Tv afferma di aver parlato questa mattina con Chérif Kouachi e alle 15 con Amedy Coulibaly. Bfm Tv lo scrive su Twitter. Cherif Kouachi, uno dei fratelli sequestratori, raggiunto al cellulare questa mattina da Bfm Tv, ha affermato di essere in missione per "al Qaeda dello Yemen". Amedy Coulibaly, il sequestratore di Vincennes, ha contattato la redazione della stessa Bfm, affermando di essere "sincronizzato" con fratelli Kouachi: "a loro Charlie Hebdo, a me i poliziotti", ha detto.

MONTPELLIER:UOMO ARMATO SI BARRICA IN GIOIELLERIA MA E' RAPINA 

Un uomo armato si è barricato all'interno di una gioielleria del centro di Montpellier, nel sud della Francia, probabilmente prendendo degli ostaggi. Lo ha reso noto il canale tv francese Bfmtv. Lo ha annunciato la magistratura. "Si tratta di una rapina. Non ha alcun rapporto con quello che accade a Parigi", ha dichiarato il procuratore Christophe Barret.

ALTRE NOTIZIE SULLA VICENDA

I servizi segreti algerini avevano allertato il 6 gennaio Parigi di un attacco terrorista imminente. Lo riferisce i-Telè. Un treno ad alta velocità in viaggio tra Lione e Parigi è stato evacuato dopo che un passeggero siriano si era autoproclamato "terrorista" e aveva annunciato "intenzioni criminali". Ad avvertire i controllori della presenza del siriano a bordo del convoglio èstato un cittadino britannico. Il treno è stato fatto fermare alla stazione di Le Creusot, nella Borgogna. La polizia ha deciso l'evacuazione e arrestato il trentenne siriano che viaggiava senza biglietto. I vagoni sono stati setacciati in cerca di armi o ordigni ma non è stato rinvenuto nulla.
Il premier giapponese Shinzo Abe ha voluto esprimere "vicinanza" alla Francia firmando in serata il libro delle condoglianze presso la residenza dell'ambasciatore transalpino a Tokyo, Thierry Dana. Poco dopo il premier, una delegazione di giornalisti stranieri (e non solo) residenti nel Sol Levante ha espresso solidarietà consegnando una lettera con in calce oltre ottanta firme.Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dato ordine al ministero degli esteri e al Mossad di dare al governo francese "ogni assistenza necessaria per combattere l'ondata di terrorismo a Parigi". Lo ha detto la radio militare dopo la cattura di ostaggi nel supermercato kosher della capitale francese.Per Israele "l'offensiva terroristica" nella zona di Parigi non è solo "un attacco contro il popolo francese o gli ebrei di Francia, ma contro tutto il mondo libero": lo ha detto il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, esprimendo la "preoccupazione" del suo governo.
La Farnesina italiana raccomanda "massima attenzione" negli spostamenti a Parigi. "Alla luce dell'attentato terroristico del 7 gennaio alla redazione del giornale Charlie Hebdo, nell'11esimo arrondissement di Parigi, si raccomanda di continuare ad esercitare la massima attenzione negli spostamenti". "Si segnala inoltre - continua la pubblicazione curata dal ministero degli Esteri - che le autorità francesi hanno ulteriormente innalzato l'allerta anti-terrorismo al livello massimo del piano nazionale (Vigipirate) nella città di Parigi, nella regione dell'Ile de France e in quella della Piccardia". 
Riunione d'urgenza all'Eliseo sul sequestro in corso in un negozio Kosher a Parigi. Oltre al presidente Francois Hollande vi partecipano il premier Manuel Valls e diversi ministri. L'incontro in programma per domenica a Strasburgo tra il presidente francese, Francois Hollande, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, è stato rinviato a tempo indeterminato. Lo ha riferito un portavoce del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, spiegando che il posticipo è "a causa degli eventi". Fonti ufficiali di Sanaa confermano che almeno uno dei fratelli Kouachi è sospettato di aver combattuto nelle file di al-Qaeda in Yemen.
Djamel Beghal, l'estremista islamico che figura in una passata inchiesta giudiziaria insieme all'assassino di Montrouge, Amedy Coulibaly, e a uno dei due autori della strage di Charlie Hebdo, Cherif Kouachi, ha fatto sapere tramite il suo avvocato Berenger Tournè di "non avere niente a che vedere" con gli attacchi in corso in Francia. L'uomo, che si trova in carcere a Rennes, è stato messo in isolamento. Beghal e Coulibaly, il killer di Montrouge, sono stati condannati rispettivamente a dieci e cinque anni di prigione per la progettata evasione di Sman Ait Ali Belkacem, estremista algerino all'ergastolo per gli attentati nel 1995 a Parigi. Pur senza citarla in modo esplicito, il presidente iraniano, Hassan Rohani, ha condannato la strage al Charlie Hebdo. "Coloro che uccidono nel nome della jihad, della religione e o dell'Islam provocano atteggiamenti di islamofobia, che lo vogliano o meno", ha avvertito. Rohani, le cui dichiarazioni sono state riferite dalla stampa iraniana, non ha mai fatto il nome del settimanale satirico, in passato nel mirino di quel regime degli ayatollah che non ha mai revocato la fatwa scagliata verso lo scrittore Salman Rushdie per i suoi "versetti satanici". Nelle preghiere del venerdì la condanna è stata rinnovata dall'autorevole imam Ahmad Khatami: "L'Islam -ha affermato- non permette l'uccisione di innocenti, a Parigi come in Siria, in Iraq, Yemen, Pakistan e Afghanistan".Il premier spagnolo, Mariano Rajoy,al pari di quello inglese David Cameron e del nostro Presidente del Consiglio non eletto Matteo Renzi,parteciperà alla grande manifestazione che si terrà a Parigi domenica in solidarietà con le vittime dell'assalto armato contro il settimanale satirico Charlie Hebdo. "Sarò a Parigi domenica per sostenere il popolo francese. La Spagna con la Francia contro il terrorismo e per la libertà", ha scritto il leader spagnolo sul suo profilo twitter. Al corteo nella capitale francese dovrebbe partecipare anche il cancelliere tedesco, Angela Merkel, secondo quanto riferito dal quotidiano Die Welt.

L'ASSESSORE:<>
Non male come sfogo per un assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili. Giovanna Tedde, amministratrice del Comune di Bonorva, dopo la strage di Parigi rovescia tutta la sua indignazione in un post facebook. "Voglio che questo post sia chiaro: non accetto richieste di amicizia da parte di musulmani. Per quanto mi riguarda, e vista l'emergenza di questi anni circa il vostro "popolo" potete morire ammazzati tutti". E fin qui il messaggio era un tantino forte, ben poco politicaly correct, ma poteva restare relegato in un impeto di sdegno. Il problema è che l'assessore poi si fa prendere la mano e va a briglie sciolte: "Ammazzati tutti, compresi i bambini. Siete feccia che prolifera in nome di un dio che ignorate essere come quello degli altri esseri umani. Venite a farci la guerra a casa? Spero solo che il mondo vi elimini come hitler, per errore, ha sterminato i poveri Ebrei. Voi avreste dovuto subire l'olocausto". E conclude: "e gradirei anche che nessuno commentasse".Naturalmente i commenti sono stati tanti. Solo un piccolo antipasto della bufera che si sta per sollevare. Giovanna Tedde, dopo aver cliccato sul tasto pubblica, si è subito resa conto della cavolata stratosferica e della reazione nucleare che aveva appena innescato. Così ha velocemente cancellato non solo il post ma anche il suo profilo Facebook. Troppo tardi. Il suo sfogo è rimbalzato da un sito all'altro. In serata, il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Francesco Falchi ha preso le distanze da Giovanna Tedde smentendo che sia o sia stata militante del partito. La Tedde si è poi dimessa in una lettera indirizzata al sindaco di Bonorva chiedendo scusa al popolo musulmano.

QUEI MOSTRI CREATI DALL'EUROPA

Di Alberto Stabile.

C’è una parte d’indignazione, oltre allo sgomento e al lutto, nelle pubbliche reazioni al massacro perpetrato contro i disegnatori e i giornalisti del settimanale satirico Charlie Hebdo. L’indignazione d’aver visto violata a colpi di kalashnikov la libertà d’espressione, uno dei valori fondamentali su cui si regge la società francese e più in generale, la democrazia occidentale. Ma questi sentimenti, per quanto dolorosi, non devono far passare in secondo piano la costatazione che si è trattato di un attentato, come suol dirsi, annunciato. Da tempo gli apparati di sicurezza e gli osservatori alle prese con l’enorme incendio divampato in Medio Oriente (Siria e Iraq) e in Nord Africa (Sinai egiziano e Libia), avevano sollevato il timore che i contraccolpi di quei conflitti, o forse si deve ormai parlare di un’unica vasta guerra regionale, avrebbero potuto investire anche l’Europa. Il contagio, se così si può dire, sarebbe avvenuto tramite le migliaia di stranieri, tra i quali moltissimi europei, oltre che americani, asiatici e caucasici, che hanno risposto all’appello alla Guerra Santa lanciato dalle organizzazioni jihadiste impegnate nella demolizione del vecchio mondo arabo. Gruppi, o meglio eserciti, come lo Stato Islamico del Califfo al Baghdadi e il Fronte al Nusra, agli ordini del nuovo capo di al Qaeda e successore di Bin Laden, Ayman al Zawahiri. Una volta tornati in patria, questi combattenti addestrati alla guerra nelle condizioni più estreme, imbevuti di una visione primordiale della religione e nutriti di un forte odio contro l’Occidente “dei crociati e degli ebrei”, avrebbero potuto volgere le armi contro gli stessi Paesi in cui erano cresciuti, educati, ma in molti casi insoddisfatti del loro status sociale, ed emarginati. D’altronde, a dimostrare che la storia non insegna niente se non la si vuole ascoltare, c’era stato il precedente dell’Afghanistan, laboratorio di al-Qaeda e culla di migliaia di miliziani egiziani della Jamaa Islamyah, tra cui lo stesso al Zawahiri, i quali, tornati in Egitto nei primi anni ’90, dopo aver combattuto con la benedizione degli Stati Uniti a fianco dei Mujihaidin e contro l’Armata Rossa schierata con il regime di Kabul, avevano scatenato una feroce campagna terroristica contro il regime egiziano. Ora, non sappiamo se gli identikit dei due fratelli franco-algerini che hanno massacrato i disegnatori di Charlie Hebdò corrisponda a questi elementi, in tutto, in parte o per niente. Quello che affiora dalle prime indagini è una combinazione di spontaneismo ribelle, tipico dei giovani della banlieau cui non è rimasto altro mezzo per affermarsi che la violenza, meglio se ammantata di motivazioni settarie, e di efficienza militare acquisita in anni di addestramento in teatri di guerra. Anche se nulla si sa dei mandanti, se ce ne sono stati, l’obiettivo del commando era diffondere il terrore piuttosto che “vendicare Maometto”, come sembra abbiano gridato. Visto che già c’è chi si prepara a cogliere i benefici politici . della paura provocata dall’attentato, puntando il dito contro la comunità islamica e sollecitando politiche restrittive dei diritti dei cittadini immigrati, bisogna sottolineare il messaggio di assoluta condanna venuto da non pochi intellettuali arabi e islamici. La verità è che tra Siria e Iraq, come anche, seppur in misura minore, in Egitto e in Libia non impazza soltanto la guerra civile, ma è in atto uno scontro tra due concezioni opposte della religione e della società. Uno scontro che ogni giorno provoca decine, centinaia di morti musulmani di cui non si parla. Il massacro di Parigi non ha soltanto colto la Francia impreparata, ma, come succede in molti altri Paesi europei, nel bel mezzo di una riflessione sul ruolo avuto dall’Occidente, Francia compresa, nella crisi che, a partire dal 2003, con la seconda guerra del golfo, e dal 2011 con la Primavera araba, ha sconvolto il Medio Oriente. Ci si deve chiedere se la strategia aggressiva adottata in Libia, in Siria e in Iraq non abbia provocato profondi effetti indesiderati, come l’affermarsi del radicalismo islamico.

LE TROPPE DEBOLEZZE FRANCESI

Di Giancesare Flesca.

Il tentativo di far abbandonare a Marianna il berretto per indossare il chador,come avverrebbe nella Francia profetizzata da Michel Houellebeck in "Sottomissione",il libro che ha scatenato la furia islamista contro la sede di Charlie Hèbdo, "colpevole" di aver dedicato a quel libro la copertina, non è un romanzo neutrale,come pretende l'autore, il quale dichiara di sentirsi "politicizzato come un rotolo di carta igienica". Al contrario. Malgrado la tragedia che ha scatenato, si tratta di una "fiction"che fa il gioco degli estremisti musulmani e di Marine Le Pen. Vanamente un balbettante Hollande, prima che tutto accadesse, aveva sostenuto che l'avrebbe letto, aggiungendo però questa frase: "Non facciamoci divorare dalla paura e dall'angoscia". Angoscia e paura che stanno invece dilagando ovunque, ma che sono in gran parte addebitabili alla classe dirigente francese, a partire proprio da Hollande. Se Houellebeck trova clienti per le sue tesi,che prevedono entro il 2020 un crollo della Repubblica e dei suoi tanto esaltati valori provenienti carismaticamente dal secolo dei lumi e dalla Rèvolution,ciò si deve a molti fattori,ma in principal luogo all'immagine che proietta di sé la "gauche" del dopo Mitterrand, gattina cieca alla vana e affannosa ricerca di "ideali in cui sperar". Da questa crisi, più che da quella dei gollisti sono arrivate le molte diagnosi che da un bel po' affliggono l'universo culturale francese. Così l'idea della scomparsa di destra e sinistra, che Hoellebecq dà per scontata come premessa della nascita nel 2020 di uno Stato islamico guidato da un presidente per fortuna moderato, serpeggia da più di due anni in Francia (ma anche altrove) senza un robusto contrattacco che Hollande definirebbe "repubblicano". E allora, morte le ideologie del 900, ma anche le idee, non resta che affidarsi all'unica ideologia sopravvissuta, quella di un Islam benevolo, rinunciando così al bene più prezioso ma anche più pesante: la libertà. Anche senza arrivare a questo paradosso, che lo scrittore Emmanuel Carrère paragona addirittura alle geniali intuizioni dei grandi iniziati, come Orwell e il suo 1984, il de profundis per l'Occidente viene recitato in Francia da altri intellettuali come Eric Zemmour che nello scorso ottobre ha pubblicato un libro di grande successo significativamente intitolato "Le suicide francais", o il filosofo Alain Finkelkraut che pur definendo "Sottomissione" una pochade,condivide il credo della crisi irreversibile della Francia e di tutto l'Occidente. Un giornale tedesco, La Frankfurter Allgemeine Zeitung, giudica il romanzo "terrificante" e si augura che non venga letto dai cosiddetti Pegida, così si chiamano le migliaia di dimostranti che assediano le notti di Dresda, inneggiando alla cacciata dei musulmani. Nel caso francese, però, valgono alcune considerazioni più strettamente politiche sulla feroce strage. Gli islamici in Francia sono 6 milioni, la politica non è riuscita a fare una seria integrazione e la polizia li tratta nelle banlieu pressappoco come in Missouri i p. oliziotti bianchi trattano gli afro-americani. C'è chi teme che fra loro e il resto dei cittadini possa scoppiare una vera e propria "guerra civile". Fantapolitica? Probabilmente. Ma resta il fatto che in quel serbatoio di rabbia e di odio il terrorismo jihadista attecchisce profondamente, fornendo la mano d'opera, come verosimilmente è accaduto l'altro ieri. Le avvisaglie c'erano state in autunno a Nantes e a Digione. L'intelligence non ha saputo prevedere il salto di qualità.Eppure la politica estera francese offre il fianco a critiche violente da parte degli islamisti. La cacciata di Gheddafi, fortemente voluta da Sarkozy, ha aperto una grave destabilizzazione nel Nord-Africa alla quale nessuno sa trovare risposte credibili, tranne quei "gentiluomini" del Califfato di Bengasi. Le spedizioni ordinate da Hollande in Mali, Niger, Senegal e in altri paesi della fascia sub-sahariana non hanno debellato la presenza qaedista o Isis che sia.Viste queste premesse,è chiaro che la sede di Charlie Hebdo doveva essere protetta da più di due poliziotti. Nessuno criticherebbe il ministro degli Interni Cazeneuve se "repubblicanamente"offrisse all'Eliseo le sue dimissioni.
Dopo l'episodio di questa mattina, all'aeroporto romano di Fiumicino, un altro bagaglio sospetto, uno trolley abbandonato su un marciapiedi esterno ad uno degli ingressi del terminal tre, e' stato oggetto di controlli di sicurezza da parte della polizia di Stato e dei carabinieri. Il bagaglio e' stato precauzionalmente fatto brillare dagli artificieri alle 15.50.Il presidente Usa Barack Obama, in volo sull'Air Force One per Knoxville, nel Tennessee, è tenuto in costante aggiornamento sugli ultimi sviluppi delle operazioni in corso in Francia. Lo fa sapere uno dei portavoce della Casa Bianca, Eric Schultz, il quale ha confermato che alti ufficiali americani sono in contatto con i colleghi.


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