martedì 13 dicembre 2011

IL SEQUESTRO DEL DUCA MASSIMILIANO GRAZIOLI (07/11/1977)

Di Giampaolo Carboni.

Il duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere (NELLA FOTO IN ALTO ALL'EPOCA DEL SEQUESTRO) venne sequestrato da un gruppo di uomini armati. È il primo atto della nuova banda che sarà sulla scena per anni ed anni in particolar modo nella capitale e non solo, un nome che porta al suo interno molte storie torbide ed ancora ignote della vita del nostro paese:la Banda della Magliana. L’inesperienza la farà da padrone in questa azione in quanto l'ostaggio verrà ucciso dopo quattro mesi di prigionia e nonostante la famiglia avesse già pagato due miliardi e mezzo di lire di allora. Il "Corriere Della Sera" nel 1993 scrisse: si sa, per ammissione di Maurizio Abatino, il boss della Banda della Magliana che da tempo collabora con la giustizia, che il possidente fu ucciso nel Napoletano, ma non è ancora noto dove fu sepolto. "Venne ucciso perché aveva visto in faccia uno dei carcerieri del gruppo di Montespaccato", ha detto Abatino, "noi non ci opponemmo all' esecuzione perché correvamo lo stesso rischio di essere individuati". Le otto ordinanze di custodia cautelare riguardano altrettanti personaggi della stessa organizzazione criminale che per oltre vent' anni ha imperversato nella capitale e sulle tracce della quale era gia' arrivato a suo tempo l' allora capo della Mobile, Fernando Masone, oggi questore di Roma. Il latitante arrestato e' Antonio Montegrande, trentotto anni, catanese, già condannato all' ergastolo per omicidio dal tribunale tedesco di Friburgo, nel 1977 a capo dei carcerieri assassini. Gli agenti della prima sezione diretta dal vicequestore Alberto Intini lo hanno sorpreso nel cuore della notte nel suo rifugio di Montespaccato. Tra gli imputati in carcere da aprile figura Marcello Colafigli, anche lui condannato per omicidio, già evaso dal manicomio criminale di Reggio Emilia, ritenuto fra l' altro responsabile dell' uccisione di CONTINUA A LEGGERE QUI

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